I pistacchi sono buoni e fanno bene: ne ho azzeccata una

Andrew- Pistachio Photo Shoot final high res

 
Quindi, il mio istinto ogni tanto ci azzecca. Adoro i pistacchi da sempre, come ben sa chi legge questo blog o chi cena da me. Tanto da aver dedicato ai miei adorati frutti verdi un intero menu. Fra l’altro, l’ossessione per il pistacchio non arriva da tradizioni familiari (come quella per il pesto o i pinoli); nessuno li ama particolarmente nella mia famiglia, nessuno li ha mai usati per cucinare. Certo, sapevo già che, come tutta la frutta secca, “fanno bene” per un imprecisato numero di cose. Oggi però, durante la presentazione degli American Pistachios, coltivati in California (lo stato produce il 98% del pistacchio americano), ne ho avuto la certezza. Dunque, i pistacchi, fra le altre cose, fanno bene all’apparato cardiovascolare, nella patologia metabolica, aiutano in casi di diabete, a controllare il peso, sono ottimi contro colesterolo e ipertensione. Il mio corpo è un genio: sa tutto. Del perché mi conduca anche verso vino bianco, salumi e formaggi stagionati, ne parliamo un’altra volta.
Comunque Cesare Berra, responsabile del servizio di Diabetologia dell’Humanitas, ha spiegato che:

Il consumo di frutta secca aiuta nella gestione del rischio cardiovascolare, grazie al suo contenuto di acidi grassi polinsaturi e – nei pistacchi in particolare – anche di elementi antiossidanti, vitamine, minerali e fibre oltre che oligoelementi come magnesio e selenio, che intervengono nel ridurre il fenomeno di insulino-resistenza, cardine dello sviluppo della patologia metabolica.

Mentre Nicola Sorrentino, medico e specialista in Scienze dell’alimentazione, oltre ad averci detto cose meravigliose come: “Non è la pasta che fa ingrassare, è la quantità (ehm) e il condimento” e anche: “Il burro crudo si può mangiare; è cotto e soffritto che fa male”, ha aggiunto:

Una porzione da 30 grammi di pistacchi (circa 49 unità) apporta soltanto 160 calorie ed è ricca in proteine (oltre il 20% del peso). La frazione lipidica, circa il 50%, è costituita da acidi grassi benefici senza traccia di colesterolo. L’elevata percentuale di questi “grassi sani” apporta un’azione protettiva nelle malattie cardiovascolari e nel diabete nonché un benefico effetto sui parametri metabolici quali colesterolo, trigliceridi e glicemia. Nei pistacchi è inoltre presente la Vitamina E, antiossidante fondamentale per la stabilità delle nostre membrane cellulari. Infine, i pistacchi contengono buone quantità di sali minerali tra cui potassio, ferro, calcio, cromo e magnesio.

Nel frattempo, lo chef Daniel Canzian dell’omonimo ristorante Daniel, dove eravamo per la presentazione, ha preparato alcuni piatti a base di pistacchio. Qui vedete gli appetizers: frolla di parmigiano (una frolla salata in cui a parte della farina è stato sostituito il parmigiano) con crema di pistacchi e chiacchiere salate con pesto di pistacchi. A breve scrivo le altre due (favolose) ricette: spaghetti cacio, pepe e pistacchi e polpo con puntarelle e pesto di pistacchi. Molto buone, ipocaloriche e con pochi grassi. W il pistacchio sempre.

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A Saturnia con la Zona per stare meglio

TdS_Cratere termale + Hotel

L’ho sempre saputo, ma non ho mai voluto accettarlo: se elimino carboidrati e alcool dalla mia dieta, non solo dimagrisco (rapidamente), ma sto anche meglio. Detto questo, non rinuncerò certo per sempre alla amata pastasciutta o al bicchiere di vino, però nell’ottica della prova costume incombente, è bello saperlo.
Nelle ultime settimane, curiosamente, sono entrata in contatto con la Zona e e alcune sue varianti. La Paleozona di Aronne Romano, ad esempio, mi piace molto perché mi incoraggia a mangiare alcuni tra i miei cibi preferiti – pesce, verdure e in particolare pomodori, che amo moltissimo – è divertente perché parte dal principio che dovremmo alimentarci come prima del Neolitico (a saperlo, che a noi ci ha rovinato il Neolitico!) e a differenza della per me impossibile Dukan permette la frutta. Ok, vieta il formaggio, ma pensavate mica di poter stare a dieta mangiando gorgonzola, vero?
Ieri invece ho conosciuto la dottoressa Daniela Morandi, super esperta di Zona, nutrizione e benessere attraverso l’alimentazione, che ha iniziato una collaborazione con le Terme di Saturnia per offire, insieme ai programmi di wellness, una consulenza nutrizionale e insegnare agli ospiti a mangiare bene. Non a dimagrire: quello, in caso, arriverà come conseguenza, e mi piace molto l’idea di un regime alimentare che punti prima al benessere e poi, eventualmente, al peso. Perché, come ha dichiarato, “Sappiamo tutti come perdere o far perdere chili: basta non mangiare! Ma poi si riprendono al volo, mentre l’idea è insegnare un modo nuovo di alimentarsi, evitando cibi che fanno male, aumentano lo stato di infiammazione dell’organismo e causano intolleranze e fastidi.”
Il programma, Your Nutritional Reset, dura 7 giorni e prevede un’analisi individuale e un regime alimentare su misura. E ovviamente il fatto di seguirlo in quella meraviglia delle terme di Saturnia penso aiuti non poco.

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Poi, per non fare danni a casa, sono previsti anche corsi di cucina e show cooking per imparare a replicare le ricette. A proposito di ricette: avete visto la meraviglia nella foto qui sopra?
Una creazione dello chef Claudio Colombo Severini, bella, in linea con i principi della Zona e buona. E pure facile, ecco come farla:

– Sbucciate una melanzana, tagliatela in 4 spicchi e fatela cuocere sulla placca del forno per 40 minuti a 180°, coperta da un foglio di carta da forno. A cottura ultimata, passatela al minipimer con un goccio d’olio per ottenere una crema.
– Sbollentate un astice in un court bouillon per 8 minuti (versione low cost: gamberi, o scampi, o anche filetti di pesce azzurro come la triglia)
– Mettete sul fondo della coppa un trito di olive taggiasche snocciolate, aggiungete una dadolata di pomodori privati dei semi e cetriolo (o sedano, o finocchi se non amate il cetriolo), completate con l’astice tagliato a rondelle e decorate con la crema di melanzane.

E se non “mi” mangia? I bambini e il cibo

Prima di tutto: in Italia, come in buona parte del mondo occidentale, è facile che vostro figlio mangi troppo (o anche troppo e male). Secondo gli ultimi dati, nel nostro Paese c’è l’11% di bambini obesi e il 22,9% in sovrappeso (se volete approfondire, trovate online alcuni dati, mentre qui c’è la mia intervista a Marco Bianchi, nutrizionista e chef di Tesoro salviamo i ragazzi).
Detto questo, non essendo una nutrizionista, mi piacerebbe condividere alcuni consigli di buonsenso che ho imparato nel tempo – il famoso learning by doing, fondamentale quando ci si trova per la prima volta alle prese con un cucciolo d’uomo. Continua a leggere