Gli spaghetti ai 4 pomodori, con variante ligure

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I pomodori. Potrei viverci. Quando li lavo e li taglio, mi fermo non so quante volte ad annusarli per sentire il profumo della terra. E sono fortunata, perché fanno bene e perché mio marito e mia figlia li amano allo stesso modo. Sarà perché in gravidanza l’unica voglia che mi è venuta era di pomodori e formaggio grana? Mah. Per cui con sughi, salse o insalate faccio felici tutti. Davvero: c’è qualcosa che metta più allegria di vedere quel rosso a tavola? Per me sono antidepressivi. Hanno l’estate dentro. (PS: per farli piacere ai figli non ho suggerimenti perché come dicevo la mia li divora spontaneamente, ma se avete compagni riluttanti, fate leva sull’ipocondria maschile dicendo loro – è vero – che i pomodori abbondano di licopene, antiossidante naturale che protegge pure la prostata).
Questa è una ricetta semplicissima che ho letto in varie versioni in giro (non pretendo di avere inventato nulla, figuriamoci!) e prevede appunto l’uso di 4 tipi diversi di pomodoro: concentrato, fresco, salsa, secco. È sana, veloce, gustosa e facile da fare e alla quale mi piace dare un tocco della mia Liguria con i pinoli, le acciughe e le olive taggiasche. Ha anche il non trascurabile bonus di essere pronta più o meno nel tempo di cottura della pasta, davvero fitufaetu, come nello spirito di questo blog.

Aggiungo che l’ho recentemente rifatta e ri-fotografata per un contest di Mutti e, in tempi di polemiche su blogger e marchette, sono molto contenta di partecipare perché sono prodotti che uso da sempre con grande soddisfazione e senza che mi abbiano mai pagato/regalato nulla. Tanto che la ricetta prevede l’uso del solo concentrato, ma io ci metto pure la loro salsa di datterini!

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Ingredienti per 4 persone

80 g di spaghetti a testa (o quanti ne mangiate).
Una bottiglia di salsa di pomodoro. Al momento in famiglia siamo innamorati della Salsa pronta di datterini Mutti (disclaimer: Mutti non mi paga, mi piace proprio :)
Due cucchiai di concentrato di pomodoro, io uso il Triplo Concentrato Mutti, disclaimer: vedi sopra;
Due manciate di datterini o ciliegini o, in mancanza, un pomodoro ramato di media grandezza
Due o tre pomodori secchi
Due o tre acciughe sott’olio, che siano buone.
Se vi piace, uno spicchio d’aglio
Una manciata di pinoli
Un paio di cucchiai di olive taggiasche. Se ci sono bambini, scegliete quelle denocciolate e fate felici tutti
Olio di oliva evo, ça va sans dire
Origano, timo, peperoncino, a piacere
Niente sale, grazie

Preparazione

In una padellina antiaderente, fate tostare i pinoli per qualche minuto, finché non “sudano”, e teneteli da parte.
Scaldate due cucchiai di olio in una padella antiaderente. Se vi piace l’aglio, aggiungetene uno spicchio. Fate sciogliere nell’olio, mescolando leggermente con un cucchiaio di legno, le acciughe. I vegetariani saltino questo pezzo.
Quando le acciughe sono sciolte, aggiungete i datterini freschi tagliati in due o, in mancanza, il pomodoro ramato tagliato a cubetti. Fate cuocere 5-7 minuti, quindi versate la salsa di datterini e continuate la cottura a fiamma moderata.
Soprattutto se avete usato le acciughe, NON aggiungete sale. Ma anche se non le avete messe, aspettate a fine cottura. Se vi sembra insipido, avete un problema con il sale. Riducetelo, che fa male! Poi ci si abitua e, fantastico! Si riscoprono i sapori che un palato verniciato di sale vi nascondeva. Tutto, vi devo dire?
Fate cuocere a fuoco medio mescolando ogni tanto, mentre l’acqua per la pasta bolle (lì sì che ci dovete mettere il sale). quasi a fine cottura aggiungete due cucchiai di concentrato di pomodoro e stemperatelo nel sugo. Se il sugo appare troppo denso, allungatelo con un paio di cucchiai dell’acqua di cottura della pasta.
Mentre cuoce la pasta, tagliate a pezzettini piccolissimi i pomodori secchi, quasi fossero grattugiati.
Spegnete il sugo (in totale, contate 10, 15 minuti di cottura al massimo) e aggiungete i pinoli appena tostati e le taggiasche. Adesso assaggiate e decidete se volete aggiungere il sale. Secondo me, no, ma fate voi.
Scolate la pasta al dente e fatela saltare qualche minuto in padella con il sugo. Aggiungete, se vi piace, un pizzico di origano o di timo e di peperoncino.
Mettete nei piatti e decorate con una manciata di pomodoro secco grattugiato. Olé.

Evvivia il pomodoro, in tutte le salse, perdonate l’orrendo calembour.

Spaghetti integrali cacio, pepe e pistacchio

SPAGHETTI INTEGRALI CACIO PEPE E PISTACCHIO

Ricetta dello chef Daniel Canzian del ristorante Daniel, Milano.
Kcal a persona 425 circa

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

320 g. spaghetti integrali
4 cucchiaini olio extravergine di oliva
Pepe macinato fresco (una presa)
80 g. pecorino grattugiato fresco
100 g pistacchi americani salati tostati e tritati grossolanamente

PROCEDIMENTO

Saltare in padella con sale, senza olio, i pistacchi tritati grossolanamente.
Cuocere in acqua bollente gli spaghetti integrali. Recuperare poca acqua di cottura ed emulsionare con parte del pecorino ed una presa di pepe macinato.
Scolare gli spaghetti, condirli in padella con la salsa precedentemente ottenuta, l’olio e dell’altro pepe (tutto a crudo).
Saltare leggermente gli spaghetti quindi stendere sul piatto gli stessi, cospargervi sopra i pistacchi e spolverare di pecorino.

Il commento nutrizionale del Dott. Nicola Sorrentino
Nessun cibo fa ingrassare, tantomeno la pasta, è la quantità che ne ingeriamo a determinarlo. La pasta integrale è ricca di fibre e apporta meno calorie rispetto a quella più comune, inoltre rallenta l’assorbimento dei grassi e degli zuccheri. I pistacchi e l’olio extravergine d’oliva intensificano l’effetto salutare. A rendere completo questo piatto nell’apporto di nutrienti è poi il pecorino, ricco di calcio.

Filetti di triglie all’arancia al forno

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Una grande verità: le triglie sono buonissime. Un’altra grande verità: la gente le cucina poco.
Io le adoro, come adoro anche lo scorfano e tutto il pesce di scoglio. D’altronde sono ligure e per me il mare è pietra, ricci nascosti che attendono speranzosi il tuo piede e tagli sulle ginocchia causa muscoli* mentre risali dopo il bagno, arrampicandoti. Nella tua testa, con la grazia di un free climber; negli occhi di chi ti guarda, con la goffaggine di un leone marino.
Sono saporite, molto versatili (prima o poi vi posto anche la ricetta del ragù di triglie, giuro) e ormai i pescivendoli ve le sfilettano e ve le vendono già pronte, che volete di più?
Questa è una ricetta #pescefacile, ovviamente. Non sporca (è al forno), non incasina, è pronta nei soliti 15 minuti.
Via.

Ingredienti

Filetti di triglie: calcolatene tre o quattro a testa, a seconda delle dimensioni e dell’appetito che prevedete; altrove ho letto che la porzione giusta è 250 grammi a testa, io faccio a occhio: vedete voi;
Il succo di un’arancia più mezza arancia pelata al vivo;
Olio evo, sale e pepe q.b.

Preparazione

Accendete il forno a 190°c
Passate il vostro ditino sui filetti di triglie, come per accarezzarli. Se avvertite spine modello sciabola, estraetele con l’apposita pinzetta**. Lasciate pure quelle più piccole e morbide, con la cottura non dovrebbero creare problemi. Non dovrebbero. Se avete voglia, tempo e commensali particolarmente noiosi, togliete anche quelle. (Vi ho visto che sbuffate, eh? Dai, che è l’unica parte noiosa della ricetta);
Pelate mezza arancia al vivo e tagliate gli spicchi in due o tre parti;
Ungete (poco) una teglia;
Adagiate i filetti di triglia in uno strato solo. Se necessario, fate due teglie o prendete una teglia più grande (tutto, vi devo dire. Tutto);
Salate, se vi piace spolverate con un po’ di pepe bianco, irrorate con il succo d’arancia, guarnite con gli spicchi pelati al vivo;
Terminate con ancora qualche goccia di olio;
Infornate per 15 minuti, a forno già caldo.

Buonissime, profumate e fresche. Buon appetito.

*Mitili o cozze, in lingua madre
** L’apposita pinzetta FullSizeRender-3

Le altre ricette #pescefacile

Spada al forno con pomodorini e olive taggiasche

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Un’altra ricetta di pesce, anzi di #pescefacile, in 15 minuti, con ingredienti semplici, e fatta al forno, così non potete neppure dire che sporcate i fornelli eccetera, che mi sembra di sentirvi.
Pronti? Si proceda.
(Sì, la foto fa schifo. Appena ne faccio una decente, la cambio)

Ingredienti

1 trancio di spada a testa (a testa, se no la mia amica Emanuela su Facebook dice che faccio ricette che affamano la gente);
Per ogni due tranci:
1 manciata di pomodorini: ciliegini, piccadilly, datteri, pizzutelli, quelli che vi piacciono di più;
1 manciata di pinoli;
1 cucchiaio abbondante di olive taggiasche; quelle snocciolate sono più comode;
due dita di vino bianco secco buono;
1 rametto di timo;
olio evo e sale q.b.

Preparazione

Riscaldate il forno a 190° C. Se ventilato, a 180.
Ungete leggermente la teglia. Adagiatevi i tranci di spada. Salate leggermente.
Aggiungete i pomodorini interi o, se sono più grandi, tagliati a pezzettini; poi i pinoli e il timo.
Irrorate di olio.
Quando il forno è caldo, infornate. Se il forno è, appunto, già caldo, non deve cuocere più di 15 minuti, pena ottenere lo spada che ci propinano in molti ristoranti: secco come una suola e arricciato ai bordi.
A metà cottura circa spruzzate con il vino bianco.
Durante gli ultimi due minuti di cottura, aggiungete le olive, che devono scaldarsi ma non cuocere, altrimenti diventano secche pure loro e amare.

Servite. Gioite. Pesce fresco, buono e leggero, in 15 minuti.

Le altre ricette #pescefacile

Sogliole in granella di pistacchi e nocciole

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Credevate che con il delirio delle vacanze natalizie mi fossi dimenticata della mia missione per il 2016, ossia favi cucinare e mangiare più pesce? Credevate male.
Eccomi qui, attaccata alla vostra giugulare, a giocare a domino con i vostri orridi bastoncini di pesce e a farvi capire che sì, un’altra vita è possibile. Che potete e sapete cucinare il pesce, quello vero, non quello fatto a parallelepipedo “in croccante panatura”. Sì, in 15 minuti. Sì, potete farlo tutti: vi ricordate Gusteau in Ratatouille?

Tutti possono cucinare.

Ecco. Se avete due sogliole e 15 minuti, anche voi. Iniziamo? Via.

Ingredienti
A seconda della dimensione, contate una sogliola per due persone o se più piccole, da porzione, una a testa;
Una generosa manciata di granella di pistacchio di Bronte e di granella di nocciola, se tonda gentile del Piemonte, meglio;
Olio evo
Sale
Se volete, una spruzzata di vino bianco secco buono

Preparazione
Accendete il forno e portatelo a 190°C
Ungete lievemente una teglia (anche usa e getta, facciamola proprio facile);
Adagiatevi le sogliole;
Salate pochissimo, come vi dico sempre. Se avete sale aromatizzato agli agrumi, bene; altrimenti, quello che avete. Basta che non esageriate;
Ricoprite le sogliole con la granella mista di pistacchi e nocciola;
A forno caldo, infornate e cuocete tra i 12 e i 16 minuti. Se volete, a metà cottura spruzzate leggermente le sogliole con del vino bianco.
Se avete dubbi sulla cottura, scostate lievemente la lisca con una forchetta, partendo dalla coda. Se si stacca facilmente, il pesce è cotto.
Non stracuocete le sogliole, ve ne prego: sono sottili e delicate, si “arricciano” e si seccano subito. Bastano veramente pochi minuti.

Buonissime, facilissime, facili pure da pulire, e le avete preparate nel tempo di apparecchiare la tavola.
Alla prossima.

Le altre ricette #pescefacile